sabato 19 ottobre 2013

Cena di appassionati, e un cimelio storico del '34

Serata dalla nostra amica Sandra, ottima cuoca, che ci ha preparato una bella cena.

E' piacevole ogni tanto poter aprire qualche buona bottiglia e Gigi e Pietro in questo non si risparmiano mai!

Abbiamo assaggiato con l'antipasto di spalla di Norcia e gorgonzola con un TAI bianco, 2012, fresco e abbastanza sapido, ma non di qualità fine, in effetti, è stato il meno piacevole assaggio della serata.
Subito abbiamo aperto un Kerner, aromatico e intenso, di corpo e equilibrio, vegetale e floreale, fine. La discussione si è incentrata su questo vitigno, poco conosciuto (il mio primo assaggio), ottenuto da un incrocio da schiava grossa (trollinger) x riesling...

Primo piatto, un pasticcio di funghi e pancetta, che sembrava "light" all'inizio, in realtà aveva sentori molto persistenti, che nemmeno il Kerner riusciva a resettare.

Portata principale il brasato al barolo, anche servito in tavola, ottimo piatto, tenero, assolutamente delizioso.
Quel barolo del 2009 era davvero strano, tanta materia colorante considerato il vitigno, chiuso al naso e poco persistente. Cosa sarà successo a quella bottiglia?

Abbiamo invece apprezzato il taglio bordolese portato da Gigi, LAUM, il nome del vino, da cabernet e merlot, pieno, direi anche robusto, 14 gradi, caldo e morbido, tanto terziario, ma più dolce, da frutta in confettura, da cannella, noce moscata, tabacco biondo e vaniglia.
Giusto l'abbinamento con il brasato, lunga lotta fra i due, e grande persistenza nel finale di una sensazione piacevole in bocca.

Finale con un abbinamento molto particolare, proposto dal mitico Pietro, cioccolatini e grappe di tre differenti tipologie:

Grappa di Gewurtztraminer, che ricordava al naso (solo 5 secondi altrimenti rende assuefatti!) il vitigno dalla quale era prodotta, grappa diciotto lune, che stranamente mi faceva pensare alle pere e una MARC de Bourgogne... annata 1934 !! Ancora naso fine e elegante, pur avendo 80 anni, solo un po' ossidata, in bocca meno piacevole, ma comunque mi ha lasciato quella sensazione che si prova mangiando un acino di uvetta passa, certo sembra tanto strano che fa sorridere...

Ottima serata, e complimenti alla cuoca!


domenica 13 ottobre 2013

Un pessimo abbinamento - post veloce

Capita ogni tanto, tentando varie strade negli abbinamenti, di imbattersi in un caso davvero spiacevole e inadatto.

Dalla Cantina di Soave, il Maximilian II Rosè extra-dry (vitigni corvina e rondinella) è senz'altro un prodotto che ha un ottimo rapporto qualità prezzo, adatto principalmente ad aperitivi, certo, ma minerale e fruttato, di frutta piccola e aspra, come ribes e lamponi , e un accenno di rosa canina (anche il colore è bello, tonalità di buccia di cipolla) . Finale amaricante non spiacevole, anzi. Con il salame poi è proprio l'abbinamento giusto!
immagine tratta da www.cantinesoave.it, bel colore buccia di cipolla


L'errore lo abbiamo fatto nel tentare l'abbinamento con le... SBRISE, fungo conosciuto con questo nome dai veneti, ma presente un po' in tutto il mondo, cucinato rigorosamente ai ferri. Purtroppo l'amarognolo derivante dalle bruciature della piastra va a sommarsi in maniera compromettente all'amarognolo del vino, rendendo tutto l'insieme dell'assaggio un'esperienza poco gradevole.

Immagine tratta dal blog ribanasflavour.blogspot.com, le nostre le abbiamo mangiate prima di fotografarle!!!

Da ricordare la prossima volta, attenzione a quando creiamo una eccessiva predominanza di una sensazione specifica (ad esempio l'amaro o anche la tendenza dolce), crea pesantezza e spiacevolezza in bocca.


venerdì 11 ottobre 2013

Evento BOLLICINE in villa Rossi a Stra 6/10/13 e relazione del campione del mondo miglior sommelier 2010 Luca Gardini

Stupenda cornice la villa Foscarini-Rossi di un evento di alto livello, BOLLICINE.

Numerose le aziende rappresentate e tanti i vini in assaggio, vecchie conoscenze e anche nuovi prodotti, distribuiti sui vari piani della villa.

Bella esperienza l'incontro con Luca Gardini, miglior sommelier del mondo 2010, che ci ha presentato 5 diversi prodotti della Franciacorta, tra i quali un satèn (non morbido come altri assaggi di Franciacorta "tradizionale")

Siamo rimasti colpiti dai descrittori olfattivi da lui citati, così diversi da quanto insegnano ai corsi e soprattutto così aperto a nuove sensazioni.... La menta secca, la liquirizia in un vino bianco, il mughetto, ma anche la consistenza del vino, contrariamente a quanto imparato nei vini con effervescenza...




sabato 5 ottobre 2013

Spumante METODO CLASSICO da uve passite? sì .... esiste!

Merita un post questo produttore pugliese nella zona di Trani, che, oltre al MOSCATO DI TRANI DOC, chicca enologica italiana, ha proposto due insoliti nuovi prodotti sempre da moscato reale, ma SPUMANTI da uve appassite in pianta.

Siamo stati all'Enoteca Cantine dei Dogi a Mirano questa sera, dove l'oste ha organizzato questo incontro con il produttore Franco Di Filippo, una degustazione gratuita in abbinamento ad un panettone da 3 kg lavorato artigianalmente.

Tre i vini assaggiati, tutti senz'altro espressioni del territorio e come dice il produttore "della provvidenza", ma mi ha incuriosito come abbia ottenuto un vino spumante METODO CLASSICO da uve passite...

Ma andiamo con ordine; primo assaggio ESTASI IN SINFONIA, metodo classico da uve moscato reale passite, terreni calcarei, affinamento per 12 mesi sui lieviti, subito colpisce il colore, DORATO BRILLANTE, perlage abbastanza fine, al naso fragrante, lieviti e agrumi canditi, poi l'assaggio è avvolgente, un perlage cremoso, anzi setoso come lo definisce Franco stesso. Finale di mandorla amaricante, tipico dei terpeni dei vitigni aromatici e soprattutto del moscato reale. A mio avviso molto piacevole ma inadatto al panettone, in effetti è un BRUT, e anche se si avverte un residuo zuccherino, non è abbinabile ai dolci...

Secondo assaggio il METODO CLASSICO ESTASI IN ARMONIA, per puristi del genere, un PAS DOSE', nessun aggiunta di LIQUEUR D'EXPEDITION, più aggressivo e d'impatto in bocca, lieviti e sentori di mandorla, meno fruttato del primo. Difficile.

Ultimo il MOSCATO DI TRANI passito, pieno, consistente, TOPAZIO BRILLANTE, dotato di una bellissima vivacità derivante dall'acidità presente, naso complesso, sentori immediati di confettura di albicocca e agrumi canditi, nocciole e mandorle tostate, fichi secchi e in confettura, miele.
Non mi stupisce che abbia vinto i 5 grappoli AIS....stupendo prodotto, certo se vi piacciono i vini dolci!

Tornerò ancora in questa enoteca, hanno ottimi prodotti, ho visto anche un trockenbeerenauslese austriaco della zona del lago NEUSIEDLER...... ad un prezzo abbordabile (considerata la tipologia)

martedì 1 ottobre 2013

Visita alla cantina CASTELVECCHIO in Friuli - mineralità carsica


Giornata piovosa e grigia domenica in Friuli assieme agli amici della Confraternita della Vite e del Vino, ma di certo non meno interessante!!

Abbiamo visitato la cantina CASTELVECCHIO di Sagrado (GO) vicino a Ronchi dei Legionari, sull'Isonzo, zona del Carso.
L'azienda è strutturata per accogliere anche discrete comitive, eravamo circa 60 persone, hanno un grande parco commemorativo del Poeta Ungaretti con vista sulla laguna di Grado e villa Palladiana dove abbiamo pranzato.

La barricaia con i tappi colmatori in vetro
Abbiamo potuto osservare i vari silos in fase di raffreddamento ad acqua e la barricaia, in parte con legno di rovere di slavonia. Un cenno ai tappi colmatori in vetro verde, mai visti così prima d'ora...


Scorcio del parco dedicato al Poeta Ungaretti

Gli ambienti, sfarzosi e luccicanti, erano serviti da numerosi camerieri;  l'aperitivo, accompagnato con un BRUT rosè metodo charmat lungo offriva vari taglieri con stuzzicadenti lunghi conficcati con all'estremità polpette o altri assaggi fritti. Ottimo anche il prosciutto San Daniele affettato alla Berkel con la ricotta fritta.... ancora mi viene l'acquolina!

Castelvecchio ROSE' BRUT di terrano
Merita certamente qualche parola questo charmat rosè di terrano, minerale (certo, siamo nel carso) e fresco, secco e con sentori di frutti di bosco (fragoline di bosco e, bravo Gigi, anche lamponi e ribes), un bel rosa chiaretto, un bell'equilibrio per tipologia. Non ha avuto modifiche o chiarificazioni con bentoniti o altro.


Goduta la breve visita alla  villa, con antichi affreschi risorti dalle precedenti intonacature dopo alcuni recenti interventi, abbiamo subito cominciato il pranzo di gala con un MALVASIA, da malvasia Istriana 2012, mineralità articolata, di pietra focaia, aromatico certo, più floreale che fruttato, erbe aromatiche (salvia, bravo Pietro), se vogliamo pecca di persistenza, perde in abbinamento con il risotto con olive e capperi, troppo intensi. Comunque una buona malvasia istriana (a dire il vero ne ho assaggiate di migliori in Croazia), colpisce la bellezza della mineralità quasi didattica.

Continuiamo con un TRAMINER cosiddetto AROMATICO, come i precedenti DOC CARSO, ovviamente minerale (ma più semplice della malvasia), fiori di sambuco, intenso al naso, CALDO, caldissimo (14 gradi), toni citrini di buccia di agrumi (e qui un applauso alla mia Stefi, bergamotto!).

Passiamo ai due rossi, da REFOSCO, il primo un TERRANO 2012, giovane, porpora fresco e abbastanza sapido, frutti e fiori rossi, radice di liquirizia, erbaceo di fieno... ancora ci viene in aiuto la mia Stefi, carrube e un accenno di balsamico (cardamomo). Pecca nella mancanza di tannino e nella persistenza.
Tutto sommato però abbastanza equilibrato, mentre il secondo è senz'altro più piacevole, il REFOSCO dal P.R. 2010 , tutto terziario, naso fine e piacevole, confettura di marasca, cuoio, pellame, minerale di pietra bagnata, tannino levigato .
Abbinamento piacevole con il maialino con scaglie di cren (non così intense per fortuna), entrambe le persistenza lottano fino alla fine per emergere, senza riuscirci e pulendo bene la bocca.

Ultimo ma non ultimo per importanza il MOLCESE, vino bianco "amabile" da vendemmia tardiva, aromatico di malvasia, bella freschezza che bilancia comunque una non marcata dolcezza, confettura di albicocca (ma i passiti veneti potrebbero dirne di cose), mandorla dolce, miele di acacia e canditi di agrumi.
Perfetto con dei pasticcini secchi, ho apprezzato davvero!


Un ultimo cenno alla MALVASIA DI LEO 2012, da pochissimi giorni premiata dall'AIS con i 5 grappoli, evoluta con sentori di frutta tropicale è la chicca dell'azienda.

Eccoci alla fine di questo lungo post, arrivato dopo un periodo di pausa, dovuta ai numerosi impegni. A presto con le nostre avventure, un saluto a tutti i miei lettori e a quelli che verranno.