In compagnia del mitico Pietro siamo andati a ripercorrere la via di Dozza, carinissima cittadina colorata e medievale vicina a Imola.
Premetto che questa zona è tanto particolare che non sembra neanche di stare in Emilia Romagna bensì in Toscana, tanto sono belle le colline e le rocche medievali.
Foto tratta dal web - Rocca Sforzesca di Dozza, sede dell'Enoteca Regionale dell'Emilia Romagna |
Davvero una sorpresa per chi non conosce questo paesino, trovarsi di fronte una imponente struttura medievale, e che piacevoli i muri di tutta la cittadina, pieni di dipinti e affreschi!
Nelle cantine siamo accolti da Maurizio, responsabile dell'Enoteca, che ci ha guidato nella scelta di alcuni vini locali, ho scelto un Montuni, un Ortrugo (lo adoro) e un Famoso SPUMANTE CHARMAT (vitigno ...poco conosciuto dai più!)
Considerato che avevamo ancora tempo ci siamo fermati pochi km più avanti presso l'azienda certificata biologica ZUFFA, gentilissimo e molto competente il titolare Augusto, ci ha accolto, anche se fuori orario, con assaggi di formaggi stagionati e ha aperto diverse bottiglie...
Prima di tutto un Pinot nero ROSE' DRY, dal colore rosa tenue ma venato da riflessi aranciati, direi un rosa salmone, perlage finissimo, persistente e la quantità delle bollicine era ipnotizzante, come una nuvola che si apriva in una miriade di catenelle. (a dire il vero raramente ho visto un perlage di questa qualità)
Belle sensazioni di ribes e fragoline di bosco, oltre alla consueta sensazione polverosa del pinot nero, in bocca era dolce ma aveva tutta una sua personalità, equilibrato, ma anche atipico, davvero un bel vino.
Continuiamo con un pignoletto frizzante, fresco e semplice, forse il meno divertente dei vari assaggi, per proseguire con una vendemmia tardiva di Albana, incredibilmente caratterizzata e potente. Canditi e datteri disidratati, note speziate e accenni balsamici, con il formaggio stagionato era un abbinamento sinergico.
Ultima bottiglia, a nostro avviso la migliore della serata, un sangiovese in blend con uve canaiolo, grande al naso con note di geranio, chiodi di garofano, noce moscata, cannella, tabacco da sigaro, confettura di prugne, e una bella sensazione mentolata. Ottima la morbidezza data anche dal canaiolo, vellutato e setoso il palato e lunga a persistenza.
Vino che può reggere benissimo il confronto con certi amarone di 4-5 anni.
Ricordo che tutti i vini di Zuffa sono BIO e nessuno di questi ha la classica "puzzetta" fastidiosa per molti, segno che si può fare questo tipo di vini senza per forza dover trovare qualità abbastanza fini al naso.
Va detto, alla fine, che tutti i vini dell'azienda Zuffa hanno un denominatore comune: sono vini di forte personalità e carattere, assolutamente non uniformati.
Grazie Maurizio e Augusto per la vostra gentilezza e disponibilità, ci faremo vivi sicuramente per altre degustazioni...