Nessun posto libero ieri sera alle Osterie Moderne, grande affluenza, per una serata interamente dedicata ai Riesling della Germania.
Tradizionalmente i produttori lasciano un residuo zuccherino, poi bilanciabile con la ottima acidità del vitigno, si nota però che il mercato non apprezza molto e la tendenza è di preferire i gusti secchi, pertanto spesso troviamo negli opuscoli dei produttori "da oggi anche troken", cioè secco.
Dalla lista appare subito evidente che mancano i QmP, cosa che ci ha fatto storcere un po' il naso, vista la differenza di disciplinare (nei QbA è permessa la chaptalisation, cioè lo zuccheraggio e anche l'aggiunta di lieviti).
Abbiamo iniziato l'assaggio dei primi tre, si fruttati, ma un po' sbilanciati e a volte "slegati", come se lo zucchero non fosse uniformemente amalgamato all'insieme.
Primo vino sorprendente, il quarto assaggio, Fritz Haag, Riesling QbA 2012. Equilibrio, grande equilibrio. Pur percependo il residuo zuccherino, desiderato dal produttore per tradizione, le componenti gusto olfattive si rincorrevano come in un girotondo di sensazioni, kiwi, mandarino, polvere da sparo. Sembra troppo poetico? Assaggiatelo e poi mi direte, prezzo, 15 euro, consigliatissimo.
Addirittura la percezione di pungenza data dalla grandissima presenza dell'acido citrico faceva pensare ad un accenno di effervescenza! Agrumato e minerale.
Ottimo vino anche il QUARZIT, di Peter Jacob Khün, Rheingau, sentori (Pietro) di sabbia bagnata, silice, frutta esotica matura, acidità citrina tagliente ma compensata dall'adeguato residuo zuccherino, qui saliamo appena, a 18 euro.
Bello infine il Riesling Bruderberg QbA 2011 Von Schubert della Ruwer, sulfureo, la mineralità espressa in modo molto particolare, con note di zolfo evidentissime, tanto da fare pensare ad una "puzzetta", all'inizio spiacevole, poi incredibilmente si avvertiva un insieme armonico (17 euro).
Non sottovalutate mai i vini che hanno sentori all'inizio spiacevoli, ci sono casi e casi, non sempre si tratta di elementi negativi, anzi!
Molte bottiglie erano già esaurite (troppa gente a dire il vero) e abbiamo mancato diversi assaggi, tra cui anche l'ultimo Auslese che però, a detta degli organizzatori, sfortunatamente sapeva di tappo (4 bottiglie su 6).
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