Per i più attenti non ho descritto la quarta serata in quanto abbiamo degustato dei vini non particolarmente stimolanti e in un paio di casi addirittura vecchi o inconsistenti, per fortuna ci siamo rifatti con degli ottimi affettati! Tengo invece a ricordare la quinta serata, che è stata un successo.
Reduci dalle fiere vinicole ci siamo trovati, coloro che hanno potuto, in questo primo giovedì di aprile più che per discutere, per ritornare a fare emergere la grande convivialità che il vino riesce a creare, in più era vivo il forte desiderio, anzi il bisogno quasi primordiale di soddisfare la curiosità di aprire delle etichette che abbiamo conservato e mantenuto affettuosamente per occasioni speciali.
Come sapete il vino va bevuto... E non è detto che quando lo aprirete sarà quello che speravate che fosse! Da esperienza diretta, pertanto ve lo posso consigliare, ogni vino ha la sua età e ogni bottiglia può essere un caso a sè stante.
Insomma, questa volta ci siamo radunati al Giardinetto, di Mira, ringrazio l'ospitalità Chiara e Alberto, anche se mi è dispiaciuto non avervi sempre al tavolo con noi...
I vini in degustazione sono stati diversi, devo dire che mai avevamo avuto un livello tanto alto, sono rimasto allibito fino a che punto la nostra passione ci faccia rendere il prezzo dei vini quasi inconsistente qualsiasi esso sia!!! Ovviamente dobbiamo essere soddisfatti della spesa...
Il primo vino aperto, uno champagne, è stato il LAURENT PERRIER, paglierino verso il dorato, fine, chardonnay in grande percentuale, sensazioni burrose e di mandarino, pochi sentori di lievito, nè di pane, mi è piaciuto molto, e pensare che si tratta del loro base .
Abbiamo nel frattempo assaggiato della focaccia di pizza con porchetta, bell'abbinamento considerata la freschezza del primo campione (che è finito presto).
Apro per secondo un mito italiano, l'ANNAMARIA CLEMENTI 2004, vino di eccelsa qualità dell'azienda Cà del Bosco, dedicato alla madre di Maurizio Zanella e fondatrice dell'azienda.
Colore ricco di evoluzione, oro puro e caldo, la selezione delle migliori uve dai migliori CRU, sette anni sui lieviti in bottiglia, intenso ma anche fine e di una persistenza evocativa e romanticamente sognante, ti fa restare con lo sguardo perso a vagare con le immagini.
Và da sè che siamo rimasti senza parole dopo un assaggio tanto prestigioso, qualcuno ci ha chiesto anche un assaggio! Grazie per l'incredibile generosità a Samuele, non finisci mai di stupirci.
Il Paladino di Revì, gran cru dell'azienda trentina, a questo punto era a rischio, lo abbiamo aperto dopo più per fiducia che per reale consapevolezza, infatti risultava molto meno elegante, quasi rustico (e non è così, si tratta pur sempre di chardonnay in purezza), ma il confronto era impietoso e a dire il vero scorretto. Apriremo un'altra bottiglia sicuramente in futuro.
La bottiglia proposta da Tobia era il PINOT BIANCO di S. Michele Appiano, SCHULTHAUSER, ottimo esempio di mineralità e struttura (svolga anche la malolattica) , evoca sentori di grafite e frutta matura, molto presente la mela. Davvero un ottimo prodotto, tenuto conto inoltre che si tratta di pinot bianco, il minore (o meglio il più sottovalutato) della famiglia dei pinot.
Questi sono i vini che ricordo maggiormente, per emozione e verve. Ringrazio tutti per la serata, solo affiancandoci a persone della stessa fortissima passione ci si può sentire veramente a proprio agio, grazie!
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