Lunedì 16 alle Osterie Moderne erano di scena i Prosecchi di Conegliano Vadobbiadene Superiore Docg, per molti il TOP. Diverse le aziende presentate; Bisol, Col Vetoraz, Canevel, Belussi, Foss Marai, Le Colture, ecc ecc.
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Posso distinguere i vari assaggi in tre categorie, per ricordare meglio questa serata:
1- I BRUT, personalmente la tipologia di prosecco che preferisco, non troppo dolce, anche se mantiene un certo sentore zuccherino, a volte ho percepito molto acido malico, non è nelle mie corde davvero...
Giusto ricordare il migliore fra tutti, per equilibrio (per tipologia), per piacevolezza e bevibilità, nonchè maggiormente coerente e armonico, il "BORGO MIOTTI" dell'azienda Mass Bianchet, davvero una sorpresa e a 7 euro contro i 12 dei rivali per tipologia. Mazzi di fiori freschi, dolci ma intensi, un glicine netto e un ricordo di ginestra, frutta a polpa bianca, come deve essere, e a parte la classica pera, un finale di kiwi. Armonioso e festoso.
Il biologico "Animae" di Perlage, deluse perchè il mio calice era ossidato di frutta cotta e noccioline tostate... Pertanto non va giudicato, posso dire di averlo già assaggiato in passato e ne sono stato piacevolmente colpito, quindi, al prossimo calice.
2- GLI EXTRA DRY Maggiormente zuccherini, sono i prosecchi che più spesso troviamo dai ristoranti ai bar, ma sono più difficili da bere (almeno per me) quando non raggiungono il giusto bilanciamento con una acidità che non dovrebbe essere da malico, ma da citrico.
Sorelle Bronca hanno un ottimo prodotto in tal senso, al naso ribes bianco, ma anche sensazioni di erbe mediche, la menta piperita, non troppo dolce e assolutamente godibile.
Bella anche l'effervescenza del "QUORUM", ancora azienda PERLAGE, quasi un velo di talco di bollicine diffuse, sottilissime, poi purtroppo cade in bocca, assaggio corto e poco emozionante.
3- I DRY Anche qui bisogna distinguere, si tratta di "normale" prosecco, oppure del CARTIZZE? Come sappiamo è una zona tipica, vocatissima per la Glera, dove si produce quasi esclusivamente la versione DRY (proverei però la versione brut nature di Follador, non in degustazione) , data la vendemmia tardiva, si preferisce lasciare sempre un elevato quantitativo di zuccheri.
Unico della serata, il VALLIS MARENI, bianco carta, consistente, sì proprio consistente, normalmente non si misurano gli archetti quando si degusta uno spumante, ma provate a non notarli con un cartizze! Profumi evidentissimi di frutta matura, mele golden, pere williams, fiori dolci, il caprifoglio, il gelsomino, il tiglio... Assaggio carico, corposo, avvolgente e appagante, non troppo dolce. Un grande prosecco, ma non certo la mia tipologia preferita.
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