Avendo il bagaglio nozionistico AIS, ho sempre classificato le mie sensazioni in una nomenclatura definita e volutamente irrigidita dalla necessità di una uniformazione delle degustazioni.
Nicola parla del vino col cuore e in modo molto comunicativo, a volte spietato, altre distaccato e spiazzante.
Questo tipo di degustazione mi ricorda vagamente quello che fanno i masters of wine, non ricercano ossessivamente le specifiche precise sensazioni (sentori di mora, ribes, ecc...) ma le sfiorano appena, puntando invece al nocciolo della questione. Che vino è? Come è stato conservato? Dove è stato prodotto? Cosa mi resta in bocca?
A volte con risvolti vagamente comici, come in questa serata le considerazioni sul Morellino di Scansano, guano e merde de poulet, ruggine e mela grattata... ma andiamo con ordine.
Dopo aver ripassato genericamente le caratteristiche del sangiovese (grande capacità di affinamento, ottima schiena acida, media carica antocianica e uva abbastanza vigorosa e generosa => per capirsi, meno della barbera ), abbiamo ripercorso le zone della toscana maggiormente rappresentative, il Chianti, con le sette sottozone e la particolare zona dove si produce il Chianti Classico (suddivisa in est, ovest e sud, con le crete senesi), Montalcino, Scansano e Montepulciano. (Bolgheri no perchè là il sangiovese non viene proprio).
Primo assaggio, un CHIANTI CLASSICO NOZZOLE delle TENUTE FOLONARI adatto ad essere bevuto giovane, 2012, fresco, verticale, frutto immediatamente riconoscibile, visciola e fiori freschi, scorre molto bene e lo consiglierei anche come accompagnamento a salumi e formaggi. (Prezzo interessante, intorno ai 10 euro)
Secondo assaggio, CHIANTI RUFINA di Marchesi de' Frescobaldi Rufina 2011, maggiori sensazioni di affinamento, maggiore struttura e corpo, bella potenza ma preferivo la schiettezza del primo, questo assaggio è più difficile.
Terzo assaggio, MORELLINO DI SCANSANO, Castello di Montepo' di Jacopo Biondi Santi sensazioni selvatiche come di pollame (eh sì!), pesante, una produzione di tipologia non ricercata dal produttore con sentori molto fruttati di marmellata di prugne (anche troppo), note vegetali come di erba secca e un generale equilibrio che rende piacevole l'assaggio, ma non particolarmente stimolante (a mio gusto eh...).
Quarto assaggio, VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO Salcheto 2008, Parker lo valuta 87 punti, dal 2009 è salito da 13 euro a 18-19 euro di oggi, Nicola dice "decadente ed oscuro" bella ed emozionante questa descrizione, frutta matura, tostato e grande struttura, questa è una magnum.
La parte divertente è stata riconoscere un finale come di mela non proprio cotta, ma (sempre Nicola) grattata, e ruggine, cioè una cattiva conservazione magari verticale, il tappo era secco.
La scheda del produttore |
Curiosa la descrizione di Parker, finale tannico di foglia di te, ricorderò questo passaggio per ricercarlo in altri vini.
Infine il grande vino della serata, un ottimo Brunello di Montalcino 2006 di Pian delle Vigne di Antinori, altro colosso toscano, qui possiamo dire di avere eleganza, pulizia, sentori complessi e da scoprire in un ventaglio di sensazioni olfattive che rientrano prepotentemente nei terziari, frutta di bosco, tabacco, e a dire il vero non ho annotato tutto quello che sentivo perchè me lo sono goduto!!!
Corpo, tannino, alcool, estratto, acidità, tutto partecipava armoniosamente per rendere l'esperienza quasi malinconica, considerato che il bicchiere si è svuotato presto!
Ps. siamo intorno ai 55 euro a bottiglia.