Abbiamo ripercorso assieme le denominazioni di origine e i vari comuni di produzione del Barolo e del Barbaresco, inoltre ci ha descritto in modo molto vivido il suo ricordo di quelle zone, tra "corrugazioni" formatesi nell'Eocene e vigneti dall'esposizione diversa, quelli a nord a volte "slittando" a valle a causa dell'erosione dell'acqua.
Infatti in questa zona possiamo dire che siamo al contrario rispetto alla normale concezione italiana, montagne a SUD (liguria) e pianura a NORD.
Marne di diverse tipologie e colori, con risultati differenti nel bicchiere, dalle marne rosse (vini pesanti e strutturati) alle marne grigio-azzurre (vini eleganti meno corpo ma maggiore finezza).
L'esempio tipico è nella DOCG Barolo con una suddivisione molto netta tra i vari comuni.
Gli assaggi della serata sono iniziati con un ARNEIS (ROERO è una denominazione alla sinistra del tanaro ma sempre in Langhe), evanescente, leggero, pochissimi profumi, che molti non hanno percepito, io ho sentito una bella salvia, molto delicata, ma poco altro forse fiori bianchi delicati, in bocca corto e non particolarmente fresco (ma è fatto così); continuando con una FREISA, la mia prima esperienza, rosso rubino e sentori molto originali, frutta e come un accenno di spezie (ma credo sia il vitigno, non sentori di affinamento). Leggero e di media bevibilità, molti lo hanno contestato, in realtà a volte sono vigne di tradizione e ereditate dai capostipiti... Vanno mantenute.
DOLCETTO D'ALBA, terzo assaggio, frutto maturo e antociani, un gran bel vino da pasto, stimolante e godibile, è piaciuto infatti a tutti. La BARBERA, altro vino da pasto da confrontare, bella e vivace acidità ma assolutamente non tagliente, calda, corposa, generosa e dal finale bello e persistente.
Immagine tratta dal web, Alba - Roero |
Per ultimi i due colossi della serata, un BARBARESCO, rubino limpido e vivace, pochi antociani e tanta struttura, marmellata di frutta di bosco, china, rabarbaro, sentori di radici di liquirizia. Naso molto provocante e fa venire voglia di ritornarci ancora. Tannico in modo comunque amalgamato, ben presente ma parte del tutto. Queste sensazioni sono molto presenti nei vini da nebbiolo, o almeno ho notato queste sensazioni spesso.
Infine il BAROLO, mitico vino dei re, re dei vini, se ne possono trovare anche da 25 euro, non solo da 150 in su, questo non so quale prezzo avesse, ma posso dire che essendo del 2011 era ancora presto per aprirlo, chiuso al naso, forse di temperatura troppo bassa, grande potenza e struttura, noncheè tannino ancora più presente (ma forse si era accumulato dagli altri assaggi) frutta sotto spirito, note dolci di iris, cannella, ma soprattutto al retronasale. Troppo presto, andrebbe atteso come tutti i barolo...
Bella esperienza per iniziare, ci aspettano altri tre incontri, e visto il primo sono ansioso!!
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