giovedì 15 gennaio 2015

I vini rossi del Trentino Alto Adige alle Osterie Moderne, serata 12/1

Dopo una lunga assenza dal blog, causa festività, malanni vari, bottiglie non propriamente raccontabili e chi più ne ha più ne metta, finalmente ritorno ad aggiornare il mio diario di esperienze.
Protagonista del post, la serata di ieri, assieme ad una ottima compagnia di amici appassionati, ci voleva proprio!!

Sappiamo che il trentino AA è più vocato per gli spumanti, ma ci sono vitigni che rispondono a caratteristiche di personalità e carattere, a bacca rossa? La risposta è certamente sì, e lo abbiamo potuto constatare con i nostri sensi.

In linea di massima non possiamo dire che la serata abbia offerto vini eccezionali, questo no, però posso senza dubbio dire di aver conosciuto vitigni di personalità e che pochi conoscono.

Ottima la CASETTA di Albino Armani, vitigno presente nella zona della terra dei forti, ma soprattutto in valdadige , infatti ne avevo sentito parlare per la prima volta da ROENO, bella struttura e frutto, corpo e alcool solidi (13,5%) grande intensità e buona persistenza.
Prezzo? 11 euro, ve lo consiglio vivamente, una delle sorprese della serata.

Altro grande assaggio,  il Lagrein Riserva Taber 2010 della Cantina Bolzano, che ho voluto accompagnare alla picanha, eccezionale abbinamento, terziario ma anche secondario con bei sentori di frutta matura. La parte del leone la fanno le durezze, che controbilanciano in modo sublime la beva.
Stupisce perchè il ricordo che resta è di bastoncino dolce di liquirizia e tutto il sorso evoca note di cardamomo balsamiche.

Il Teroldego di Foradori, 2012 è stata un'altra bella bottiglia, anche se il primo assaggio non mi ha convinto per nulla (forse avevo percezioni distorte), rimettendolo in bocca, ho scoperto la sua grande piacevolezza e croccantezza senza eccessivi sentori di affinamento, pur avendo 20 mesi di rovere alle spalle.
La Piana Rotaliana, perfetto microclima. Immagine dal web

Queste le migliori, ma direi che a metà strada, diciamo abbastanza buone, posso annoverare le schiave, tranne quella di Cantina Meran (troppo avanti, frutta più che matura e sensazioni di frutta cotta), molto originali e identitarie, la Pavana, vitigno dal quale si ottiene un vino dal corpo esile ma dai profumi molto singolari, quasi strani, come di zenzero e fiori dolci e delicati.
La Rossara e la Negrara, la seconda è più strutturata ma in generale si assomigliano, chi amava la prima, chi la seconda, a me sono piaciute entrambe perchè intense e stimolanti.
Il PFERSEN rosso, misto di molti vitigni autoctoni,tra i quali anche la rossara, aveva una caratteristica, oltre alla frutta e alla mineralità, era sorprendente amarognolo.
Direi quasi più un amarognolo da birra IPA per intenderci, non che mi dispiaccia, anzi lo trovo molto stimolante, ma nel gruppo molti hanno storto il naso e non hanno apprezzato.

Per ultimo mi piace ricordare l'Enantio di Vallarom, produttore che desidero conoscere meglio perchè finora ogni suo prodotto ha stupito, differente da quello che ricordo da Roeno e anche da quello di Letrari, ancora non riesco a dire quale sia più identitario.

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