Antipasto abbinato al rosato Gioia del Colle |
La Capinera a Pianiga ha accolto l'evento in modo ospitale e professionale, bravi.
Antipasto di salumi caserecci e taralli di varie tipologie, al pomodoro, ai cereali, alle olive (questi ultimi li ho adorati ma erano tutti ottimi).
Il primo vino in abbinamento è stato il rosato di Gioia del Colle, l'azienda Cannito è una nicchia che produce circa 30000 bottiglie l'anno e di queste solamente il 4% è destinato alla selezione in assaggio, DRUMON.
Vino senza dubbio difficile e fuori dagli schemi classici della degustazione, questo rosato si presentava velato, con una strana luce opaca e al naso emanava forti sentori di ossidazione, maderizzati. Dopo la prima sorpresa, il vino infatti è stato voluto così, abbiamo notato che in bocca era molto diverso, migliorava parecchio, lasciando percepire anche una forte componente minerale e acida, bell'abbinamento.
Scelta coraggiosa perchè mi rendo conto che non era un vino per tutti.
I paccheri, squisiti |
Tris di primi piatti con la pasta di Coppi, Pacchero eccellente, lo avrei addirittura gradito più al dente, con un ragu bianco e radicchio di Treviso, intenso e cremoso in bocca.
Orecchiette al broccolo e pancetta, cottura troppo lunga, e avrei gradito le cime di rapa, comunque generalmente saporito.
Pappardelle alla selvaggina (capriolo) intense e speziate, gusto difficile per i non amanti della carne cosiddetta "nera".
In abbinamento il primo Primitivo, diciamo il "base", nero e impenetrabile come dev'essere, tante spezie e terziario, cuoio primo fiore, tabacco, nessuna "puzzetta" (era stato aperto sufficientemente in anticipo), che si è invece presentata in altre bottiglie appena stappate, pieno e potente il sorso, carnoso e succulento, di frutta rossa sotto spirito e tanto calore, un vino rinfrancante.
...poi però tutto è cambiato, è entrata in tavola la riserva.
24 mesi in tonneaux, contro i sei del base. Qui tutte le sensazioni si moltiplicano ed arrivano a livelli quasi ingestibili, dopo il primo impatto timido al naso, infatti, le sensazioni in bocca esplodono come un fuoco d'artificio di colori e emozioni vibranti. Talmente è potente che devo interrompere la conversazione e lasciare che il sorso scenda, lento e pesante, per poi ritornare con la frutta sotto spirito, e direi ancora di più, sensazioni eteree che ricordano lo smalto e la vernice.
Che gran vino.
Tornerò alla Capinera e cercherò questi prodotti alle Cantine dei Dogi perchè non solo stiamo parlando di eccellenze sconosciute in Italia (ma all'estero ne vanno pazzi) ma anche perchè sono favolose!
Grazie a Maurizio, Nicola e Simone per avermi fatto conoscere queste realtà e soprattutto per la simpatia e esperienza che hanno accompagnato tutta la serata.
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