Mai avrei pensato che sarebbe stata non solo così appagante, ma anche una di quelle giornate che aprono strade ad altre passioni.
Innanzitutto vorrei che tutti conoscessero questo paradiso in terra dell'enogastronomia, allego una foto dell'interno, andateci, ve lo consigio vivamente!
Dal loro sito, l'interno |
Tutti gli scaffali sono suddivisi per regioni e al secondo piano ci sono i vini del mondo, affiancati da prodotti delle varie regioni, pasta, biscotti ecc.
Non ho visto la parte dei formaggi, ma sicuramente ne hanno, dovrò visitarlo con più calma. A coloro ai quali piace leggere può interessare una piccola ma ben presentata sezione di letture a tema e non dimentichiamo la zona delle birre acide e artigianali e dei distillati!
Poi se riuscite a scendere per visitare il caveau, troverete i vini migliori al momndo, tutti i nomi che potete pensare, dal Masseto al Sassicaia, dal Chateau Haut Brion al mitico Petrus (3200 euro).
La degustazione a cui ho partecipato ha avuto come tema il formaggio francese artigianale, anche se si deve precisare la differenza tra FROMAGE FERMIER ( fattorie produttrici che non rientrano nei disciplinari AOP) e formaggi AOP, a volte rientranti nelle produzioni industriali.
Bella e asettica la sala di degustazione, molto moderna, abbiamo iniziato l'orologio di formaggi con un BANDON AOP, caprino, piccola taglia, interno cremoso e poco animale, ottimo complessivamente con la crosta, abbinamento con ULY, da petit manseng, vino vegetale dai sentori di bosso, leggero ma adatto al primo formaggio.
Il Saint Maure de Touraine, dal web |
Pasta collosa, la lingua diventa grassa e ruvida, assieme alla crosta è ricco, un gusto persistente e dal finale amaricante. Meglio con questo il secondo vino, un gewurtztraminer alsaziano.
Qui la discussione si accende, in quanto l'abbinamento ideale è il pareggiare con ogni sorso ogni morso di cibo, mentre Emilio, il relatore, enogastronomo e anche sommelier, chiede di sentire la lunga persistenza del formaggio alla fine. Non ha torto a dire il vero, in effetti per lui la massima aspirazione è la valorizzazione dei prodotti che lui commercializza.... Bella discussione comunque.
Proseguiamo con un formaggio corso, il Brin d'Amour, forma un po' più grande (i francesi concepiscono il formaggio come già affinato al momento dell'acquisto, pertanto le forme sono tutte piccole o piccolissime) e tutto avvolto in una crosta di erbe aromatiche, ginepro, salvia e rosmarino, inoltre la parte dell'unghia aveva scavallato (tra la crosta e la polpa, se succedesse in Italia sarebbe un difetto, invece loro lo considerano un pregio) e rendeva cremoso l'assaggio, aromatico e intenso.
Difficile l'abbinamento, troppa aromaticità, che con il secondo vino risultava amara e con il verduzzo vendemmia tardiva troppo scomposto.
Arriviamo al MUNSTER alsaziano, famoso per la sua intensità (diciamocelo puzzava tantissimo!!) odorosa, tanto che aprendolo si percepiva fuori dalla stanza, ho storto il naso...pensate averlo nel piatto assieme agli altri. Nel complesso farinoso e potentissimo ma meno stimolante degli altri, a mio gusto. Abbinamento con il verduzzo ottimo, sensazioni dolci di miele e nocciola prolungate nel finale.
Ultimo un erborinato, assomigliava ad un gorgonzola, il BLEU de BRESSE a crosta fiorita, siamo nella Loira, profumo di fungo champignon, assaggio cremoso e aromatico, ottimo formaggio ma abbinamento non piacevole con i tre vini proposti. Concorda con me Emilio.
Qualcuno ha suggerito eventuali abbinamenti con le marc, le grappe francesi, a non sono convinto della piacevolezza, dovremo provare!
Grazie a Pietro e a Pierangelo per la possibilità concessami, arrivederci a sabato prossimo
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