Bella la location, organizzazione ottima, addirittura presenti un prestigiatore, un caricaturista e il gruppo canoro! Devo inoltre citare la presenza di Ottavio Venditto, miglior sommelier d'Italia appena incoronato e di tutti i più importanti esponenti dell'AIS del Veneto.
Parlerò dei vini assaggiati, tenendo presente che sono stati scelti per la loro originalità e per poter degustare prodotti per lo più poco conosciuti o assolutamente rari.
Curiosa la scelta dei vini in antipasto, un sur lie di Roccat di 36 mesi, facile e beverino ma cortissimo e evanescente, considerata la tipicità amarognola dei sur lie mi aspettavo un prodotto più tradizionale; ottimo il prosecco di La Tordera, vigneti a Vidor, da vecchie vigne di 50 anni, bei profumi identitari, ottimo con gli scampi fritti; discreto invece l'incrocio manzoni di Bonotto delle Tezze, meno profumato della media e molto minerale, direi propiro sapido.
A tavola troviamo il Crevada 2008 di Astoria, una riserva concessaci per l'occasione, giallo dorato, colore vivido e brillante, molto legno al naso ma di cedro, con tanta frutta esotica, note terziarie di tostatura e affumicatura. Ottimo abbinamento con il sottofiletto di fassona affumicata.
Il secondo vino ha suscitato molte incertezze e dubbi soprattutto tra i corsisti presenti in sala. Rosato di Cecchetto "Rosa Bruna" 201, rosato di raboso (lo hanno avanzato tutti nel bicchiere). Naso ermetico, nessuna informazione. Male. Una roteazione e la carbonica fa il suo lavoro, fragolina di bosco netta e ribes. Tanta freschezza che abbinava perfettamente il risotto con i funghi.
Ho dovuto faticare per spiegare che l'abbinamento era azzeccato perchè molti non capivano.
Olmera di De Stefani (il titolare presente tra l'altro in sala), grande struttura e carica glicemica, ottimo profumo, tipico da sauvignon (anche se presente solo al 30% assieme al 70% del tai), ma più virato sul floreale che sul vegetale. Bosso, corbezzolo, frutta esotica ananas e passion fruit, molto residuo zuccherino; è molto apprezzato da Robert Parker, anche se non proprio questa annata e la cosa mi fa pensare, considerato il fatto che era decisamente internazionale. Riprendo la sua descrizione per avere un'idea: "I’ve always been a big fan of this blend because of the effortless richness and smoothness it imparts in the mouth. The Tai component from clay-rich alluvial soils gives the wine structure and staying power. The Sauvignon blanc exhibits fine aroma of peach, passion fruit and papaya. Apricot, white almond and butterscotch also appear. Its structure suggest good aging potential. 90 points"
Vedete che Parker apprezza la struttura ma anche la frutta, anzi possiamo dire che la venera. Inoltre ama i gusti burrosi e dolci.
Perfetto con i ravioli ( molto salati e quindi la sua morbidezza bilanciava), trovo il gusto troppo facile per chi beve, in effetti è piaciuto a tutti, omologazione e internazionalizzazione dei gusti? Sì.
Immagine tratta dal web - Da Celeste |
Infine con il ricco buffet di formaggi troviamo tre vini molto interessanti, ultimo tra questi (a mio gusto) il manzoni moscato, leggermente squilibrato e forse (un po' troppo maliziosamente) sbilanciato nello zucchero. Piacevolissimo il recioto di Speri e forse ancora meglio il muffato di Volpago del montello, grande personalità, zenzero e frutta secca, albicocca e ananas disidratati, miele millefiori.
Ancora BRAVO a Wladimiro e il suo staff, un grazie alla delegazione di Venezia e un augurio a tutti i colleghi sommelier, che possiate sempre comunicare nel modo migliore la passione che ci lega, con umiltà e spirito di condivisione, inoltre ricordiamoci tutti che essere sommelier è una scelta di vita.
PROSIT E TANTI AUGURI !!
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